Quando penso a come
Ero un un pulcino spoglio
Nel labirinto della mia immaginazione
Un sorriso tenue e di argilla
Si forma nei miei occhi
Lo so che non si può sfuggire al giuoco delle parti
Lo so che ogni fiume ha il suo mare
E ogni affluente cerca un compagno
Per conoscere questo mare
Io so solo che l’acqua verdastra
Colpisce le mie pupille
E da queste nasce il sole
Le stelle stanno sopra di me
E mi guardano con compassione
Vorrei per una volta seguire
Il tragitto della ragione
Ma aquile che volano a stormi
Mi becchettano il viso
Lasciandomi ferito
In un lago di sangue
Allora mi rimbocco le mani
Bevo alla sorgente celeste
E invoco l’Universo
Ed esso, vecchio vegliardo,
mi redarguisce
<<Che ci fai solo e soletto
Sotto questo albero che non è il tuo
Apri gli occhi
Guarda la luna
Essa è sempre serena
E anche quando dei nembi
La circuiscono
Essa lascia fare
Consapevole dell’inconsistenza degli umori
Per questo stendi le ali
Lascia il nido
Abbandona il tuo sorriso d’argilla
E fa di te quel che sei
Una fenice che è uscita viva dal proprio incendio>>