È primavera nel cielo floreale, dipinto celestiale
Stanchi cumuli sonnecchiano come pecore al pascolo
Rinverdiscono i colli e profumo di lavanda avvolge le strade deserte del vecchio borgo
I panni stesi emettono effluvi di odori e sono spiegazzati dallo zefiro
Profumi d’Africa, profumi mediterranei, profumi della rinascita nel ciclo delle stagioni
E le rondini che cadono in picchiata, disegnando parabole tra antiche e pietrose abitazioni
Ricordi che viaggiano coprendo antichi anni tutti uguali
Brindisi declamazioni promesse
Comitive, il profumo dello scopone scientifico al bar tra le gazzose al caffè una Moretti qua e là,
E sfide estenuanti al bigliardino, vere maratone al suono della pallina e delle stecche scosse furiosamente
Rosei incarnati biondi abbronzati, la fanciullezza ha questo colore
E l’odore dei sudori che si confondono coperti da economici deodoranti
Il gel e la brillantina, allegra gioventù, si era tutti uniti tra una partita a pallone e una caccia al tesoro
E poi l’estate al mare, pelli lisce, pelli nere,
su peli biondi di corpi incorrotti
Le strade bruciate, e i raggi infuocati,
Tra le onde e il profumo di salsedine
Quanti i ricordi di un’estate così soave
Schiacciati sui sassi levigati all’incessante sciabordio delle onde
Ero ragazzo e scolaretto, all’abc della vita
E i sensi ancora liberi e ingenui si scoprivano allora nel loro massimo fulgore
Era questo il senso della vita e da allora non ne ho trovato uno più reale