The noose

Sono veramente felice di sapere che ora stai bene

Con l’aiuto del cielo hai scacciato via tutti i tuoi demoni

E non per minimizzare quello che hai fatto

O per mera curiosità

Vorrei sapere cosa ci si sente

Ora che non si sente più niente

Ricordo le tue gesta in questo mondo di morti

Adesso che sei rinato di fronte a tutti noi

Le storie atroci sono finite

La pesantezza della terra ti ha elevato

Ora che la tua aureola è scivolata giù

Sono molto più che curioso

Di cosa dovevi chiedere scusa

Di cosa dovevi fare ammenda con i morti

La bella stagione

È primavera nel cielo floreale, dipinto celestiale

Stanchi cumuli sonnecchiano come pecore al pascolo

Rinverdiscono i colli e profumo di lavanda avvolge le strade deserte del vecchio borgo

I panni stesi emettono effluvi di odori e sono spiegazzati dallo zefiro

Profumi d’Africa, profumi mediterranei, profumi della rinascita nel ciclo delle stagioni

E le rondini che cadono in picchiata, disegnando parabole tra antiche e pietrose abitazioni

Ricordi che viaggiano coprendo antichi anni tutti uguali

Brindisi declamazioni promesse

Comitive, il profumo dello scopone scientifico al bar tra le gazzose al caffè una Moretti qua e là,

E sfide estenuanti al bigliardino, vere maratone al suono della pallina e delle stecche scosse furiosamente

Rosei incarnati biondi abbronzati, la fanciullezza ha questo colore

E l’odore dei sudori che si confondono coperti da economici deodoranti

Il gel e la brillantina, allegra gioventù, si era tutti uniti tra una partita a pallone e una caccia al tesoro

E poi l’estate al mare, pelli lisce, pelli nere,

su peli biondi di corpi incorrotti

Le strade bruciate, e i raggi infuocati,

Tra le onde e il profumo di salsedine

Quanti i ricordi di un’estate così soave

Schiacciati sui sassi levigati all’incessante sciabordio delle onde

Ero ragazzo e scolaretto, all’abc della vita

E i sensi ancora liberi e ingenui si scoprivano allora nel loro massimo fulgore

Era questo il senso della vita e da allora non ne ho trovato uno più reale

Precipizio

C’era una volta nella mia mente

un’ombra alta e inclemente.

Non so più chi sono, senza una religione

non sono altro che una bolla di sapone.

Confondo le mie giornate

e ogni giorno è sempre uguale

e la musica di sottofondo

non è certo un pezzo musicale.

La pelle porta inciso questo viaggio,

cosa ne rimane se non un un piccolo saggio?

Così la notte viaggia selvaggia e veloce

sotto una luna enorme e atroce;

sembra risucchiarmi

chi può ancora amarmi?

L’amore è un dirupo della ragione,

chi precipita con me senza direzione?

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Uno sguardo non può mentire

Lei si trova difronte a me

E non ha paura

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Le montagne non parlano

E i sentimenti non mentono

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Il fiume scorre e riflette un uomo

Non ho paura di dirti quanto ti amo

Le stelle brillano illuminando l’immagine che ho di te

Nulla potrà corrompere i miei sentimenti

E la neve candida cade dritta sul mio viso

Mentre le lacrime scendono

Non so più dove sei

Sfavillio di ricordi scoppiano e rischiarano la notte

Onde fredde

Solo una lettera, poche parole

<<Non cercarmi>>

Non mi spaventa che sto piangendo

Le montagne non mentono

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Potrei fingere che non importi

Ma non sarebbe reale

Quello che è stato non passerà

Un segno indelebile

Non sono più ciò che ero

Il sonno del poeta

Quando la mattina mi risveglio

e la luna si eleva un po’ stordita

sui prati umidicci,

i mandorli fioriti,

inconsapevoli illusionisti,

mi rimembrano per analogia

l’inverno e i candidi dipinti

dei rami dei castagni.

Ma il fragore degli uccelli,

e le rondini incravattate,

che stormiscono come onde

ridestandomi da questo sogno

segnalano l’arrivo dell’estate tropicale.

Allora che rimane al poeta

che si nutre della notte,

delle stelle, e delle ombre?

Che si prepari un giaciglio

mettendo la penna nel ripostiglio!

per ordinare nella mente

quei sentieri ormai perduti,

dove magia e inconsapevole bellezza

gli sussurrano dolcemente

quelle rime e quei ricami

che si intrecciano, disegnando,

armonie musicali.

Mio bel paesello

Mio bel paesello

Che dormi indolente

Sdraiato sotto i monti

Puoi dirmi il segreto

Per cui ti amo così tanto

E mai di te sono stanco?

Saranno le case vecchie e abbandonate

Sarà la carezza della neve

Sarà la luce della tua grazia

o il verde del meriggio.

Io non so cosa sia mio bel paesello

Ma tra il silenzio che mi accompagna,

e le campagne che si sposano col rapillu,

Dedico a te questa mia bella poesia

Innocente come la mia malinconia.

Cos’è l’amore

Cos’è l’amore

Si ama e si ama

Si ama una rosa

Si ama un bambino

Si ama un vicino

Si ama un sorriso

Si ama chi ti sta vicino

Io non so cos’è l’amore

So che è un sentimento che ti sboccia nel cuore

So che quando è primavera

Il sole ti sorride e non senti più dolore

So che la neve quando ti accarezza il viso

Ti ama senza nessun preavviso

Non sempre chi ti ama ha bisogno di dirlo

Il sole mica te lo dice quando illumina le strade polverose

La luna mica te lo dice quando rischiara la notte serena

Il tuo bambino quando ti sorride per la prima volta        

L’erba dei prati

Il fresco vento della sera dopo una giornata torrida

Una birra con un amico

Le parole della nonna che ti accoglie dopo un lungo viaggio

Lo sguardo della donna che ti ama

Il libro che hai aperto e che non hai mai finito

Mica ti dicono <<ti amo>>

Le parole sono involucri superflui

Il contenuto e ciò che ti suscitano contano

Chi ti ama ti ama e basta

Soffio di rugiada

Un cuore nero

Si spacca

Al chiarore delle stelle

Dove il mio corpo giace

Sfibrato dal tramonto

Mentre antiche ombre

Mi introducono

Al colore dei tuoi occhi,

Verdi come foglie:

Sopraffatto

Mi hai rubato ogni un sospiro

nel nulla,

Spirale di momenti

È un attimo,

Un soffio di rugiada.

La ballata del morto

Una giostra arrugginita

mi avverte che la fine si avvicina.

Non riesco a vedermi solo

in questa casa decadente,

la mia bara è tenebrosa ma lucente.

Vedo che tutto ciò a cui tenevo

lo ha acquistato il miglior offerente,

tutto questo è già presente.

Il mio sangue è impazzito,

il mio giorno è finito.

Loro verranno al mio funerale

o forse non verrà più nessuno.

Non riesco a vedere niente!

Non posso capire niente!

Non ne posso più di questo giorno indifferente!

Quattro vecchie al mio funerale,

hanno pregato allungo al mio capezzale:

Vi prego non venite al mio funerale!!